Sono le 22:39 del 9 ottobre 1963, la terra inizia a tremare, una violenta corrente d’aria rompe i vetri, le finestre e dal paese arriva un urlo prolungato di più voci: è in corso il disastro del Vajont.
Oggi voglio raccontarvi del giorno in cui sono andata a visitare la Diga del Vajont.
Una giornata semplice iniziata un pò per caso su invito di mia sorella e conclusa con una strana sensazione sulla pelle in grado di farti pensare e ti lascia un ricordo che ti porti dietro costantemente.
Ma facciamo qualche passettino indietro e vediamo di cosa vi sto parlando…
Diga del Vajont – La mia visita a Erto e Casso
Progettata dall’ingegnere Carlo Semenza, la diga del Vajont fu costruita tra il 1957 e il 1960 nel comune di Erto e Casso, in provincia di Pordenone, lungo il corso del torrente Vajont ed è oggi in disuso in seguito al disastro del 1963.
Al solo pensiero mi vengono i brividi: nel giro di pochi minuti, una frana del monte Toc precipita nel bacino facendolo traboccare e inonda il paese di Longarone.
Quasi 2000 vite vengono portate via da milioni di cubi d’acqua che si sono riversati nei paesi limitrofi e tutto ciò che ne rimane è solamente un grande silenzio.
Il tempo a Erto sembra essersi fermato a quella sera mentre cammino lungo le sue vie silenziose, quasi in punta di piedi per non disturbare i pochi abitanti rimasti.
Il mio sguardo è attento ai dettagli da fotografare. Sento il cuore in gola e la mia mente è piena di pensieri mentre l’aria si fa strada attraverso quelle case rimaste.
Ogni passo in questo luogo sembra essere più pesante del solito, il respiro si fa più corto e nella testa mi ritrovo ad immaginare quegli attimi orribili vissuti dagli abitanti quella sera. Il forte boato prima e le urla in seguito di coloro che si sono resi conto del terribile misfatto in corso.
“Piovono massi e acqua, i tetti vengono sfondati ed oltre al paese non c’è più nulla, neppure la strada.
Intanto, 50 milioni di metri cubi d’acqua volano oltre la diga puntando verso Longarone.
La luce va via, i cavi della corrente si strappano e un vento costante e umido bagna i vestiti. L’aria, compressa dall’acqua che la spinge, acquista potenza, tanta potenza: il doppio dell’esplosione della bomba di Hiroshima.
La metà delle vittime è polverizzata. Dopo l’aria arriva l’acqua che cancella il paese. Tutto ciò che ne rimane è una valle di fango.”
In ricordo della tragedia, presso il Centro Visite del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane di Erto e Casso, è stato allestito il museo del Vajont dove è possibile ammirare fotografie e documentazioni storiche che descrivono la storia della diga dalla sua costruzione fino al 9 ottobre 1963.
Di certo, non è uno di quei viaggi da fare per ammirare solo il paesaggio bellissimo che circonda queste mura, ma è un viaggio fatto anche per non dimenticare e per imparare.
Voi avete visitato queste zone?